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Sicignano – Padula

DIFFICULTY

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Patrimonio culturale

Storia

Sito, l’abitato, posto alle pendici del Monte Cervati, trova la sua più antica attestazione nel 967, quando papa Giovanni XIII, confermando al Vescovo di Capaccio i confini della diocesi, indica fra le località del Vallo i centri di Diano, Atena e Sassano: non è tuttavia esclusa un’origine anteriore sulla base dell’esistenza di una grancia basiliana intitolata a San Zaccaria, attiva ancora nel corso del XV sec.

Il casale nel XIII sec. diviene parte integrante dello Stato di Diano, condividendone le sorti fino al 2 novembre 1740. A partire dal XVIII sec. si assiste a un rinnovato interesse urbanistico, caldeggiato dalle famiglie nobili che vi risiedevano, testimoniato dagli stemmi gentileschi ancora visibili per le strade del paese, accompagnato da un arricchimento in chiave barocca di molti degli edifici civili e religiosi. Tra gli eventi che vedono coinvolta la cittadina in età moderna si ricorda la creazione nel 1860 di una Lega di Resistenza dei Contadini, volta a contrastare i soprusi della locale aristocrazia in relazione ai terreni demaniali. Ogni anno non lungi dall’abitato, nella cd. Valle delle Orchidee, ogni anno si tiene nel mese di maggio una manifestazione legata alla fioritura delle orchidee selvatiche.

Grotta del Pino

La Grotta del Pino, situata alle pendici meridionali del colle di Cozzo della Cività, a nord del paese, è una interessantissima grotta sepolcrale utilizzata tra l’Eneolitico e la media età del Bronzo (circa 2400-1350 a.C.), scoperta in maniera del tutto casuale nel 1994. La sua frequentazione fu resa possibile dal crollo della volta e dalla formazione di un ampio cono di detriti che permetteva di raggiungere l’ipogeo, dove furono deposte alcune decine di morti. Vasi di impasto e anche offerte commestibili accompagnavano i defunti; la ricostruzione del rituale funerario è risultata tuttavia complicata dalla disarticolazione degli scheletri: a ogni nuova deposizione, infatti, l’ossario veniva rimescolato per recuperare spazio. Di eccezionale interesse sono i vasi di argilla fine decorati secondo schemi propri della tradizione egea, prodotti in Italia da artigiani provenienti dalla Grecia, o da lì importati in un momento iniziale dell’età micenea (Miceneo I-II, circa 1600-1400 a.C.).

Il sito archeologico ricade in proprietà privata e non è visitabile, ma nel 2018 è stato consistentemente finanziato un progetto di valorizzazione che potrà, si spera, apportare notevoli contributi alla conoscenza del Vallo di Diano nelle sue fasi protostoriche.

Evidenze storico-artistiche

La Chiesa principale del centro è quella di San Giovanni Evangelista, risalente al 1425 ma ampliata alla fine del XVI sec., come attesta il portale in pietra datato 1602. Si presenta a tre navate senza transetto, decorate da stucchi e numerosi altari in marmo intarsiato del XVIII sec., con abside a terminazione piatta: alle spalle dell’altare si trova il coro in legno, datato 1801. Il soffitto della navata centrale presenta delle immagini che raffigurano l’Incoronazione della Vergine, San Giovanni Battista, Santa Maria Goretti e i Quattro Evangelisti, realizzati nel 1952. L’opera di maggior interesse custodita all’interno della Chiesa è una scultura lignea, la Madonna delle Grazie, attribuita all’artista spagnolo Bartolomé Ordóñez (1480-1520), ma non mancano numerose tele che adornano gli altari delle cappelle: tra esse spicca quella ubicata nella cappella della famiglia ferri al di sopra di un altare datato 1767, la Madonna dell’Arco fra i santi Guglielmo da Vercelli e Francesco di Paola, che mostra una stretta dipendenza da modelli solimeneschi, ma bisogna ricordare ancora due tele raffiguranti Santa Maria di Loreto e San Vito, attribuite all’artista pollese Nicola Peccheneda (1725-1804).

Ai piedi del paese è situata la Cappella dedicata alla Madonna di Loreto, cui era annesso un piccolo ospedale, che fungeva da semplice ricovero per i mendicanti di passaggio: risale al XV secolo, ma è stata oggetto di un profondo rifacimento condotto nel 1791, riferito da un’epigrafe murata sul portale d’ingresso. Conserva un olio su tela datato 1762 raffigurante la Madonna di Loreto con i Santi Antonio da Padova e Lucia, opera dell’artista pollese Nicola Peccheneda (1725-1804).

Fuori dall’abitato è posta invece la Chiesa della Madonna delle Grazie che, edificata nel 1601, presenta una statua della Madonna delle Grazie sulla facciata esterna, oltre a quella che di consueto viene portata in processione nel giorno di festa. All’interno si può osservare una costa di balena del XVIII sec., dono di un marinaio per grazia ricevuta.

Patrimonio ambientale

Monte Motola

Monte Motola Il Sito di Interesse Comunitario “Monte Motola” è situato tra i SIC "Monte Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino” e “Balze di Teggiano”. Ha una superficie di 4690 ettari situati a diverse altitudini, comprese tra i 600 e i 1730 metri sul livello del mare. La cartografia presenta il versante occidentale del SIC [...]

Strutture ricettive e ristorazione

Strutture ricettive Ristorazione

Feste religiose, Proloco, Eventi

Festività religiose

San Giovanni Battista
24 Giugno

Feste

Sagra del vitello locale
18-19-20-21 agosto

Pro Loco

via Provinciale
tel. 0975 78338