Policastro Bussentino

TYPOLOGIES

Palinuro – Caselle in Pittari

DIFFICULTY

MIN. AGE

Patrimonio culturale

Storia

Non lontano dalla foce del fiume Bussento fu fondata nel 471 a.C. ad opera di Micito, tiranno di Reggio, una colonia greca chiamata, dal nome del fiume, Pyxous (Pissunte). Resta ancora da definire l’esistenza di un insediamento greco più antico, riferibile al VI secolo a.C., la cui esistenza è indiziata da alcune monete con la scritta Pyxoes, che si richiamano a quelle di Sibari.

Nello stesso sito venne poi impiantata, nel 194 a. C., la colonia romana di Buxentum. Con l’occupazione da parte dei Bizantini, la città prese il nome di Policastro. Sede di vescovado già nel VI secolo (lo è stata fino al 1986), Policastro rivestì un ruolo molto importante durante il Medioevo, soprattutto in età normanna, quando, tra 1085 e 1111 venne fortificata da Ruggiero conte di Calabria, che ne fece la sede di una contea per il figlio Simone.

La città subì diversi attacchi e distruzioni, come quelle del 915 ad opera dei Saraceni e del 1055 da parte del normanno Roberto il Guiscardo. Una delle più gravi fu quella del 1320, durante le lotte tra Angioni e Aragonesi, ad opera del genovese Corrado Doria, che comandava una flotta al servizio di Federico II d’Aragona, e quelle del 1532, 1542 e 1552 ad opera di pirati turchi. Policastro fu possedimento di vari feudatari, tra i quali i Ruffo (dal 1229), i Grimaldi (dal 1348), i Sanseverino (dal 1397), e i Carafa (dal 1496), che ne furono signori fino al XIX secolo. La denominazione ‘Bussentino’ è stata aggiunta in epoca recente, con regio decreto del 10 marzo 1938.

Archeologia

Pochissimi sono i dati storici ed archeologici sull’antica Pyxous (Pissunte). Al VI secolo a.C. risale una serie di circa quaranta monete con la legenda Sirinos e Pyxoes, che potrebbe indicare l’esistenza di un centro più antico di quello fondato nel 471 a.C. da Micito, tiranno di Reggio. Secondo la tradizione letteraria gran parte dei coloni inviati da Micito avrebbe successivamente abbandonato la città. Indagini recenti, anche se estremamente limitate, hanno recuperato materiali di IV e III secolo a.C., che potrebbero suggerire una continuità di vita del centro.

Nel 194 a.C. viene fondata la colonia romana di Buxentum, da un nucleo ristretto di cittadini. Dell’impianto romano è noto un tratto di asse stradale al di sotto dell’attuale via Vescovado, mentre quasi certamente l’area del Foro doveva corrispondere alla piazza antistante il Duomo, nel cui campanile si trovano murate diverse iscrizioni latine. Ancora incerta è la cronologia dei resti della cinta muraria in blocchi, inglobata in quella medioevale, che alcuni studiosi riferiscono alla colonia fondata 471 a.C.), dal tiranno di Reggio Micito, altri alla colonia romana del 194 secolo a.C.

Evidenze storico-artistiche

Duomo

Il duomo di Policastro, dedicato a Maria SS. Assunta, si presenta nella sua attuale veste barocca, ma è ancora ben leggibile il suo originario impianto romanico (XI secolo). Sorge su un edificio con tre absidi del VI secolo, edificato nell’area del foro della città romana di Buxentum. Al XII secolo (1167), come ricorda un’iscrizione, risale il campanile, che ingloba materiali antichi tra cui anche iscrizioni latine (compresa una che ricorda la costruzione del foro).

La facciata, di età romanica, è caratterizzata da un portale e da una edicola in marmo del 1455: alla base del portale vi sono due leoni in pietra del secolo XI. L’edicola raffigura la Vergine in trono con bambino; ai lati del trono si trovano due angeli, uno dei quali poggia la mano sulla spalla del vescovo che volle la costruzione della cattedrale, mentre l’altro protegge con le mani la chiesa e la città di Policastro.

Nel pavimento in maiolica policroma (1831) sono incluse pietre tombali con raffigurazione del defunto relative a vescovi di Policastro dei secoli XV-XVII. Nel soffitto ligneo dipinto, risalente al 1655, è raffigurata l’Assunta. L’abside ospita un coro ligneo del XVI secolo.

La sottostante cripta conserva il suo aspetto romanico, con colonne di spoglio di età romana e resti di affreschi medievali.

Fortificazioni

Policastro ha conservato in buona parte intatta la sua cinta muraria medievale, che si imposta su quella antica, con porte e torri. Un primo impianto di fortificazione si ebbe ad opera dei Bizantini, sulla collina del castello. Tra il 1085 e il 1111 le fortificazioni vengono potenziate e dotate di merlature e torrette ad opera di Ruggiero conte di Calabria. Dopo la distruzione avvenuta con l’assedio del 1320, un nuovo intervento alle fortificazioni si ebbe, a partire dal 1397, con i Sanseverino, che avviarono anche la costruzione del castello, del quale rimangono resti, insieme alla torre principale, sulla sommità della collina.

Di notevole interesse la presenza di palazzi nobiliari e di caratteristici portali nella parte antica del centro.

Musei

Museo Diocesano – Sezione di Policastro Bussentino

La sezione di Policastro del Museo Diocesano della Diocesi Teggiano-Policastro è ospitata nel palazzo dell’ex-seminario vescovile e raccoglie opere d’arte – statue, tele, crocefissi, arredi e paramenti sacri, messali – da Policastro e da chiese e conventi del territorio dell’antica diocesi.

La maggior parte delle opere riguarda il XVIII e XIX secolo. Si segnalano, in particolare, una statua di S. Barbara del XIV secolo; una croce d’argento del XVI secolo; un crocefisso in avorio, di autore fiammingo del XVII secolo.

Patrimonio ambientale

Basso corso del Fiume Bussento

Basso corso del Fiume Bussento Il Sito di Interesse Comunitaria “Basso corso del Fiume Bussento”, il cui territorio è compreso tra il livello del mare e i 100 metri di altezza, è situato nella zona meridionale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; ricade all’interno dei Comuni di Santa Marina, Morigerati e [...]

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