Museo Diocesano di S. Pietro
Via S. Pietro. Orario di apertura: novembre- marzo 10-13; 15-18. Aprile-ottobre 10-13;16-19.
Il museo è ospitato nella ex chiesa di S. Pietro, costruita sul podio di un tempio romano. Molti interessanti esempi di artigianato artistico, datati in un arco temporale dal XIV al XIX secolo, sono raccolti in questo piccolo spazio ottimamente allestito. Di particolare suggestione è la sepoltura monumentale del milite Bartolomeo, realizzata nel 1401 dalla nobile famiglia Francone all’interno della chiesa: stucchi policromi sull’arca e affreschi alla parete soprastante, che un tempo recava la copertura aggettante del sepolcro, attraggono immediatamente l’attenzione del visitatore. Molto bella la tomba monumentale dell’arcidiacono Guglielmo Rossi, datata 1512, uno dei capolavori scultorei in pietra di Teggiano, che richiama l’attenzione per l’espressività dei sostegni figurati dell’arca, rappresentanti l’uomo nelle sue tre età. Nella stessa pietra è stato scolpito un rivestimento cinquecentesco di altare con scene della resurrezione. Fra le opere pittoriche si distingue una crocefissione di scuola giottesca dalla cripta di Santa Venera e la quattrocentesca Madonna del Latte. L’artigianato liturgico di alto livello si è espresso, durante i secoli XVII e XVIII, nella statuaria lignea, nei busti reliquiari di taglia ridotta, idonei ad essere racchiusi in armadi, e nelle panoplie metalliche eucaristiche (ostensori, patere, calici).
Museo Lapidario Dianense
Orari: 10-13 e 15-18 (inverno); 16-19 (estate). Lunedì chiuso.
Il museo è stato allestito nella cappella di Sant’Eligio annessa al complesso ecclesiale di San Michele Arcangelo, e comprende una raccolta di pezzi scultorei, perlopiù architettonici, realizzati nella bellissima pietra calcarea di Teggiano. L’arco cronologico è lo stesso dell’uso della pietra: dall’età romana al Settecento. I pezzi più antichi sono la stele funeraria a edicola che rappresenta il defunto Samius in toga, tardo repubblicana, e un capitello romano figurato con teste femminili, databile al III-II secolo a.C.. Ad età imperiale si data l’epigrafe funeraria di Gaio Syneros che dichiara orgogliosamente la sua origine di Teggiano. Notevoli sono poi il telamone e la maschera teatrale, sempre in calcare, che un tempo ornavano verosimilmente un edificio per spettacoli romano. Si segnala inoltre un non comune frammento di una mensa ponderaria della stessa epoca. La serie di capitelli qui raccolti costituisce una sintesi della storia teggianese dal XII secolo all’età federiciana, al Rinascimento. La famosa Tavola Aragonese, un tempo murata nel campanile della cattedrale, è esposta sulla parete di fondo dello spazio espositivo, e ricorda ancora, se pur privata del testo epigrafico che l’accompagnava, la repressione della congiura dei baroni del 1485 e la cacciata dei Sanseverino dalle terre del Vallo. La ghiera dell’arco dei Malavolta della fine del XV secolo, si segnala per il lindo classicismo delle sue decorazioni vegetali e l’iscrizione nell’intradosso.